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  COME VEDERE L'ARCHITETTURA CONTEMPORANEA HOW TO SEE CONTEMPORARY ARCHITECTURE
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OPERA
 
 
The Cube
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PROGETTISTA
 
 
Park Associati
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DESCRIZIONE
 
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Marzo 2011

The CUBE – dining with a view - è il padiglione progettato da PARK ASSOCIATI per ospitare il ristorante itinerante voluto da Electrolux. Progettato per essere posto in scenografiche e inaspettate Park Associati, The Cube, Electroluxlocations europee, è stato inaugurato a Bruxelles, il 1 aprile 2011, ospitato sull’arco del Parc du Cinquantenaire, nei pressi della sede della Comunità Europea.

Park Associati, The Cube, ElectroluxIl ristorante sarà attivo contemporaneamente attraverso due strutture gemelle semitrasparenti in grado di offrire un servizio di pranzo e cena a 18 ospiti alla volta. Posizionati in contesti straordinari, alla sommità di edifici importanti o addirittura sull’acqua, i due padiglioni toccheranno varie tappe europee in Belgio, Italia, Russia, Svizzera e Svezia rimanendo per un massimo di tre mesi in ogni location.

L’interno di The CUBE è studiato per adattarsi a configurazioni diverse. Il padiglione è composto da un vasto open space con cucina a vista e un unico grande tavolo in grado di scomparire alzandosi verso il soffitto a formare un’area lounge per il dopocena. La superficie totale di 140 mq circa, è suddivisa tra l’open space e la terrazza di 50 mq.

Nella cucina, fornita di elettrodomestici altamente tecnologici nello stile che caratterizza Electrolux, si alterneranno chefs di fama internazionale che offriranno agli ospiti un servizio di show cooking con menù appositamente creati. THE CUBE è concepito come un modulo di volta in volta riassemblabile, capace di adattarsi ad ogni situazione climatica, anche la più estrema, esprimendo sempre il massimo confort abitativo nel più alto valore estetico e materico.

La costruzione mantiene le caratteristiche di leggerezza e versatilità di uno stand espositivo pur avendo la complessità progettuale di un edificio.
The Cube è a Milano
Park Associati, The Cube, Electrolux, MilanoDicembre 2011

E’ Milano la seconda tappa del tour europeo di The Cube, un’architettura nomade, apolide e cosmopolita, un padiglione contemporaneo destinato, per un lasso di tempo ben definito, ad ospitare un ristorante di piccole dimensioni.
Voluto da Electrolux, Il ristorante itinerante è un progetto affidato all’agenzia di eventi Absolute Blue di Bruxelles, responsabile dell’ideazione e organizzazione. Lo studio Park Associati di Milano, ha curato la progettazione architettonica e d’interni e lo Studio FM ha ideato il logo e disegnato la texture della pelle del padiglione.

Dopo l’inaugurazione a Bruxelles, dove il ristorante è stato attivo da aprile a luglio 2011 sull’arco del Parc du Cinquantenaire, sarà ora possibile per 18 persone alla volta, pranzare e cenare abbracciando con lo sguardo la cornice unica di Piazza del Duomo, a pochi metri dalle guglie della Cattedrale, al Palazzo Reale e di fronte ai rinnovati spazi dell’Arengario che ospitano il Museo del Novecento.
Dal 19 dicembre 2011, data dell’inaugurazione milanese, fino al 26 aprile 2012, The Cube ospiterà alcuni tra i migliori chefs stellati italiani, che si alterneranno per offrire agli ospiti un servizio di show cooking con menù appositamente creati nella cucina del ristorante.

Park Associati, The Cube, Electrolux, MilanoIl progetto architettonico di Park Associati prevede un modulo di volta in volta riassemblabile, capace di adattarsi ad ogni situazione climatica, anche la più estrema, esprimendo sempre il massimo confort abitativo nel più alto valore estetico e materico.
La leggerezza formale del padiglione è sottolineata all’esterno dal colore bianco e movimentata nei volumi grazie anche all’utilizzo di una “pelle” in alluminio tagliato al laser a formare una texture dal disegno geometrico che ricopre l’intera superficie esterna. La base dell’edificio, in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla pavimentazione su cui poggia, accentua l’idea di levità e pulizia formale che caratterizza tutta la struttura.
L’interno di The Cube è studiato per adattarsi a configurazioni diverse. Il padiglione è composto da un vasto open space con cucina a vista e un unico grande tavolo con 18 posti in grado di scomparire alzandosi verso il soffitto a formare un’area lounge per il dopocena.
La superficie totale di 140 mq circa, è suddivisa tra l’open space e la terrazza di 50 mq.
I materiali impiegati, altamente innovativi dal punto di vista tecnologico, di ecosostenibilità e di risparmio energetico, permettono un loro riutilizzo costante. Anche all’interno vengono utilizzate soluzioni tecnologiche di altissimo livello, per l’illuminazione, il sistema termico, la diffusione sonora e naturalmente per tutta l’attrezzatura della cucina.

Scrive Michele De Lucchi a commento del progetto, “E' uno di quei progetti che aprono: troppo spesso infatti le soluzioni risolvono, ma non lasciano spazio all’immaginazione, alla innovazione, alla evoluzione. Questo ‘Cube’, che non ha niente del cubo, ha una grande forza propositiva e si presenta subito per quello che è: una sfida alla paralisi del pensiero e dell’immaginazione…”
Londra e Stoccolma le nuove tappe di The Cube by Electrolux
Giugno 2012

The Cube Park Associati LondraIl Tour europeo di The Cube continua a Londra e Stoccolma.
The Cube è un’architettura nomade, apolide e cosmopolita, un padiglione contemporaneo destinato, per un lasso di tempo ben definito, ad ospitare un ristorante di piccole dimensioni.
Voluto da Electrolux, Il ristorante itinerante è un progetto affidato all’agenzia di eventi Absolute Blue di Bruxelles, responsabile dell’ideazione e organizzazione. Lo studio Park Associati di Milano, ha curato la progettazione architettonica e d’interni e lo Studio FM ha ideato il logo e disegnato la texture della pelle del padiglione.
The Cube Park Associati LondraDopo l’inaugurazione a Bruxelles, dove il ristorante è stato attivo da aprile a luglio 2011 sull’arco del Parc du Cinquantenaire, nel dicembre 2011 il ristorante si è spostato a Milano ospitato sul tetto di un edificio in Piazza del Duomo, a pochi metri dalle guglie del Duomo, rimanendovi fino alla fine di aprile 2012. Ora, grazie a due strutture gemelle, la struttura sarà attiva simultaneamente in due luoghi diversi: a Londra, sul tetto dell’edificio della Royal Festival Hall dal 1 giugno al 30 settembre e a Stoccolma, ospitato sulla sommità della Royal Opera House, dal 18 giugno al 21 ottobre.
L’interno di The Cube è studiato per adattarsi a configurazioni diverse. Il padiglione è composto da un vasto open space con cucina a vista e un unico grande tavolo che ospita 18 commensali, in grado di scomparire alzandosi verso il soffitto a formare un’area lounge per il dopocena.
La superficie totale di 140 mq circa, è suddivisa tra l’open space e la terrazza di 50 mq.
Nella cucina, fornita di elettrodomestici altamente tecnologici nello stile che caratterizza Electrolux, si alternano chefs di fama internazionale che offrono agli ospiti un servizio di show cooking con menù appositamente creati.
The Cube è concepito come un modulo di volta in volta riassemblabile, capace di adattarsi ad ogni situazione climatica, anche la più estrema, esprimendo sempre il massimo confort abitativo nel più alto valore estetico e materico.
La costruzione mantiene le caratteristiche di leggerezza e versatilità di uno stand espositivo pur avendo la complessità progettuale di un edificio.
I materiali impiegati, altamente innovativi dal punto di vista tecnologico, di ecosostenibilità e di risparmio energetico, permettono un loro riutilizzo costante.
La leggerezza formale del padiglione è sottolineata all’esterno dal colore bianco e movimentata nei volumi grazie anche all’utilizzo di una “pelle” in alluminio tagliato al laser a formare una texture dal disegno geometrico che ricopre l’intera superficie esterna. La base dell’edificio, in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla pavimentazione su cui poggia, accentua l’idea di levità e pulizia formale che caratterizza tutta la struttura.
Anche all’interno vengono utilizzate soluzioni tecnologiche di altissimo livello, per l’illuminazione, il sistema termico, la diffusione sonora e naturalmente per tutta l’attrezzatura della cucina.
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MATERIALI
 
alluminio

Park Associati The Cube ElectroluxI materiali impiegati, altamente innovativi dal punto di vista tecnologico, di ecosostenibilità e di risparmio energetico, permettono un loro riutilizzo costante.

La leggerezza formale del padiglione è sottolineata all’esterno dal colore bianco e movimentata nei volumi grazie anche all’utilizzo di una “pelle” in alluminio tagliato al laser a formare una texture dal disegno geometrico che ricopre l’intera superficie esterna. La base dell’edificio, in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla pavimentazione su cui poggia, accentua l’idea di levità e pulizia formale che caratterizza tutta la struttura.

Anche all’interno vengono utilizzate soluzioni tecnologiche di altissimo livello, per l’illuminazione, il sistema termico, la diffusione sonora e naturalmente per tutta l’attrezzatura della cucina.

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LOCALIZZAZIONE
 
 
 
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TIPOLOGIA
 
Principale
ARCHITETTURA
Edifici commerciali
Ristoranti
Arredo urbano e strutture per spazi pubblici
Strutture panoramiche, belvedere
Altre strutture architettoniche
Padiglioni, chioschi, servizi
Accessoria
ARCHITETTURA
Edifici commerciali
Bar, caffetterie
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CRONOLOGIA
 
Progetto
2011    
Realizzazione
2011 - 2012
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
 
 
Luigi Prestinenza Puglisi, "L'anello di congiunzione dell'architettura High Touch / The missing link to High Touch architecture", The Plan 63, dicembre 2012-gennaio 2013/december 2012-january 2013, "Made in Italy" pp. 26-27 (25-36)
Inês Pradel, "The Cube. Elevar experiências culinárias", Edit Mag 26, julho-agosto 2012, pp. 152-155
"The Cube a Milano / The Cube is in Milan", A+D+M 37, giugno/june 2012, pp. 50-55
Michele De Lucchi, "Un'architettura esclusiva atterrata sui tetti di Piazza Duomo da cui ripartirà per nuove destinazioni / Landed on the roofs of Piazza Duomo, the exclusive architecture will leave for further destinations", A+D+M 37, giugno/june 2012, pp. 51-55 (50-55)
Virginio Briatore, "The Cube Milano", Interni 620, aprile 2012, "Project", pp. 65-68
Ingrid Paoletti, "Ristorante itinerante con vista sul Duomo", Il Giornale dell'Architettura 103, marzo 2012, "Professioni & Formazione", p. 24
Margot Guislain, "Sur les toits de Milan / On the roofs of Milan", AMC Le Moniteur architecture 212, février/february 2012, p. 20
"El restaurante itinerante", Diseño Interior 235, febrero 2012 [Vivir bajo la luz natural], "Arquitectura", pp. 12-13
"Landed. Temporärer Pavillon in Mailand", Build 1/2012, januar 2012 [Attitude], "Projecte" p. 12
"Cenare nel Cubo / Dining in the Cube", L'Arca 275, dicembre/december 2011, p. 99
Aaron De Silva, "Cubic Sensation", Cubes 50, june-july 2011 [Staying Power], "Destinantions", p. 148
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AGGIUNTE E DIGRESSIONI
 
 
The Cube è a Milano
Filippo Pagliani, Michele Rossi – Park Associati

Milano, dicembre 2011
La città si risveglia, finalmente, e si spaventa!
Park Associati, The Cube, Electrolux, MilanoDopo anni di sonnolente disinteresse dove di tutto è accaduto, anche in aree storiche, per mano di anonimi così come di grandi firme dell’architettura, dopo anni di abusi edilizi e poi di legali recuperi di sottotetti che tanto hanno modificato lo skyline cittadino spesso in maniera non condivisibile, finalmente la coscienza della cittadinanza lombarda ha avuto un moto di interesse etico, di partecipazione istintiva.

Così, vedere sorgere sul tetto di un edificio privato ottocentesco, compreso tra il Duomo e la Galleria - due delle massime icone della storicità milanese - una costruzione dalla incomprensibile morfologia, dalla non del tutto chiara funzione e per di più montata in tutta fretta di notte per lasciare libera la piazza di giorno, può aver preoccupato anche i cittadini più distratti.

Park Associati, The Cube, Electrolux, MilanoMa quel che non si è detto è che il Cube non è un cubo, ma un’architettura nomade, apolide e cosmopolita, un padiglione contemporaneo destinato, per un lasso di tempo ben definito, ad ospitare un ristorante di piccole dimensioni, voluto da una grande compagnia svedese di elettrodomestici, per indicare che esistono strade diverse da quelle della ‘classica’ pubblicità, che certamente con i suoi manifesti ed insegne luminose non deturpa meno le strade e il paesaggio metropolitano moderno, per autopromuoversi proponendo la cultura del cibo (tema peraltro della prossima Expo 2015) come una delle modalità nuove per vivere la città e i sui luoghi meno 'visibili'.
E' stato scelto, così, di investire nell’architettura, nella ricerca dei materiali, nella tecnologia della costruzione, per apportare una soffiata di vento nuovo e inusuale ai luoghi urbani, ma anche per dare una nuova linfa vitale a quei monumenti storici che ebbero una vita passata e che ora sembrano quasi intoccabili. The Cube si posa su di essi - si è già posato con grande successo e interesse sull’arco di trionfo del Parco del Cinquantenaire di Bruxelles - e poi va via per spostarsi in un’altra capitale e su un altro edificio. La sua vita però non si limita al tour programmato per dare una visibilità sottile alla compagnia che l’ha ideato, The Cube ha un ciclo vitale completo perché è soprattutto un’architettura nomade pronta a divenire anche altro. E’ una cellula contemporanea erede di una tradizione che risale alle ricerche degli anni ‘50 di grandi ingegneri come Buckminster Fuller, di visionari come Yona Friedman o Cedric Price, figlia di quella Walking city che gli Archigram pensarono nella Londra anni ‘60, ha per riferimento una tradizione colta che riporta anche al periodo Radical di cui l’Italia produsse maestri indiscussi come Ettore Sottsass, Andrea Branzi, Alessandro Mendini, una cellula pronta a diventare altro da se con quella flessibilità funzionale che fu di quegli anni e che oggi torna ad essere prerogativa necessaria per la progettazione.
Il Cube con la sua pelle vibrante, le sue vetrate e il suo lungo tavolo pronto a scomparire sollevandosi toccherà le più importanti città europee per poi trasformarsi, al termine del suo ciclo di vita, in una piccola biblioteca di quartiere, in un kinderheim, in una sala riunione per collettivi sociali.
Come scrive Michele De Lucchi a commento del progetto, “E' uno di quei progetti che aprono: troppo spesso infatti le soluzioni risolvono, ma non lasciano spazio all’immaginazione, alla innovazione, alla evoluzione. Questo “Cube", che non ha niente del cubo, ha una grande forza propositiva e si presenta subito per quello che è: una sfida alla paralisi del pensiero e dell’immaginazione. Non solo, sfida anche l’immobilità prodotta dal continuo crescere della burocrazia nella richiesta di permessi governativi, comunali, di sicurezza, di sopraintendenza, di vigili del fuoco, etc, etc. Se infatti le norme sono necessarie e utili alla garanzia di architetture migliori, è anche vero che le norme si sono così tanto estese a tutte le scelte di progettazione che i progetti sono sempre più un’interpretazione delle normative vigenti che non un consapevole atto creativo che da seguito alla storia dell’architettura.”

Come una cicogna che sceglie di posarsi su un’antica presenza salvaguardando la propria identità e quella dell’edificio su cui si adagia, anche The Cube ha un suo ciclo vitale che non potrà mai essere pericoloso per la realtà urbana su cui affaccia. La guarda la riempie di energia nuova e se ne va.
The Cube
Michele de Lucchi

September 2011
The Cube, Electrolux, Park AssociatiNel 1972 Ettore Sottsass aveva progettato una grande architettura che coinvolgeva tutto il pianeta e che appunto si chiamava “il pianeta come festival”. Era un progetto molto utopistico, molto visionario, molto radicale come tanti altri progetti che si facevano in quell’epoca che si chiamava l’epoca dell’architettura radicale. Nella descrizione del progetto metteva in evidenza le premesse per le quali era necessario scardinare le regole della convenzionalità per arrivare ad immaginarsi un mondo architettonico (e non solo) migliore…..come architetto solitario (voglio dire non collettivo), figlio di un’era ansiosa di futuro, anzi figlio degenere perché non abbastanza compreso dei destini che mi hanno generato ( e che mi vengono indicati con dito minaccioso da partiti, eserciti e simili), ho pensato che non mi restava alcuna architettura da disegnare, voglio dire nessuna architettura da poter proporre né, come dice bene l’Andrea (Branzi) “come modello alla società” e neanche da mettere in mano alla società “come attività psico-motoria” ………perciò ho fatto questi progetti: come se fossero stati proposti a me da qualcun altro, voglio dire da qualcuno che si sia spostato dalla traiettoria permanente dei pensieri involuti sulle città, avendo pensato che i pensieri involuti sulle città in fondo non hanno fatto tramandare finora, da qualunque parte si siano cominciati o si siano condotti, l’idea folle e pericolosa, l’idea malata e aggressiva che gli uomini “devono” vivere soltanto per lavorare e devono lavorare per “produrre” e poi consumare. Ho progettato immaginando che qualcuno si sia spostato con il pensiero e con le azioni della morale dell’uomo “lavoratore produttivo” e si sia avviato a pensare che gli uomini possono vivere (se vogliono) per vivere e possono lavorare, se vogliono – casomai – per sapere con il corpo, con la psiche e con il sesso, che stanno vivendo………tutto questo lo so molto bene; non tanto perché l’ho inventato io, ma perché l’ho sentito dire da molte parti, da molti ragazzi, da molti poeti, da molta gente che lavora veramente, da molta gente oppressa, da molta gente alienata, da molta gente molto stanca, da capi indiani, da guru, da bambini, da prigionieri….che la libertà non viene da nessuna altra parte se non dalla possibilità della consapevolezza che ognuno di noi può avere, che sta vivendo e anche insieme, che sta – piano, piano – morendo. (tratto da Casabella n°365, maggio 1972)
The Cube, Electrolux, Park AssociatiChiaramente il progetto non ha avuto alcun seguito se non la pubblicazione sulla rivista Casabella che, però, ha influenzato molte generazioni di architetti e progettisti. Nel pianeta come festival appaiono varie architetture disegnate come oggetti amichevoli e gentili appoggiate qua e la sul pianeta, sulle creste dei vulcani, sulle scogliere scoscese infilate tra le pareti rocciose del Grand Canyon, galleggianti sopra l’oceano o trasportate dalla placida corrente dei fiumi. Il progetto The Cube sembra trovare radici proprio in quel mondo metaforico di Ettore Sottsass e rimanda a quelle utopie divertite ma serie di cinquant’anni fa.

L’idea è di Park Associati Milano (Filippo Pagliani, Michele Rossi) e di Electrolux. L’idea è di costruire una piccola architettura, un abitacolo, un nido forse, in alto, in cima a una rupe, a un monumento, a un edificio pubblico, non importa dove, ma in un posto bellissimo e con un bellissimo e inedito panorama. L’idea è poi di farci un ristorante e ospitare i clienti in un posto incantevole, unico con cibo raffinatissimo cucinato sulle cucine Electrolux. L’idea è di tenerlo aperto per 6 mesi e poi cambiare posto, cambiare città, nazione, continente e risistemare questa specie di oggetto ristorante su qualche altro tetto per nuove sorprese, nuovi menu, nuovi clienti.

E’ uno di quei progetti che aprono: troppo spesso infatti le soluzioni risolvono, ma non lasciano spazio all’immaginazione, alla innovazione, alla evoluzione. Questo “Cube”, che non ha niente del cubo, ha una grande forza propositiva e si presenta subito per quello che è: una sfida alla paralisi del pensiero e dell’immaginazione. Non solo, sfida anche l’immobilità prodotta dal continuo crescere della burocrazia nella richiesta di permessi governativi, comunali, di sicurezza, di sopraintendenza, di vigili del fuoco, etc, etc. Se infatti le norme sono necessarie e utili alla garanzia di architetture migliori, è anche vero che le norme si sono così tanto estese a tutte le scelte di progettazione che i progetti sono sempre più un’interpretazione delle normative vigenti che non un consapevole atto creativo che dà seguito alla storia dell’architettura.
Saluti da
Marco Biagi

December 2011
The Cube Electrolux Park AssociatiIl procedimento è chiaro e conosciuto. Si chiama “straniamento” e ne ha parlato ormai un secolo fa il critico letterario russo Viktor Šklovskij. È una delle tecniche fondamentali dell’arte contemporanea e della comunicazione in generale e consiste nel rompere il velo di indifferenza che l’assuefazione induce a proiettare sulle cose spostandole dal loro contesto abituale di appartenenza. Sorpresa, sconcerto, meraviglia, curiosità, suscita allora, negli abitanti di una città, scoprire una mattina che uno dei monumenti che compongono il paesaggio loro familiare improvvisamente ha cambiato profilo per l’inattesa intrusione di un organismo estraneo. E un effetto di stupore, si potrebbe dire di secondo grado, lo genera poi il ritrovare il medesimo organismo, un’architettura apparentemente, di solito inamovibile, trasferito in scenari, urbani e naturali, sempre diversi e fuori dell’ordinario. Chi non ricorda la divertente farsa del “nano da giardino viaggiatore” nel fortunato film di Jean-Pierre Jeunet, Le fabuleux destin d’Amélie Poulain (2001)? Sicuramente l’avevano in mente i creativi dell’agenzia belga Absolute Blue, organizzatori di eventi, quando, agli inizi del 2010, hanno proposto al proprio cliente Electrolux – potente multinazionale svedese, leader mondiale nella produzione di elettrodomestici per la casa e per uso professionale – di consolidare il proficuo sodalizio da tempo intrattenuto con numerosi protagonisti dell’haute cuisine europea mediante l’iniziativa promozionale di un ristorante itinerante da portare in tour per location continentali d’eccezione. The Cube, questo il nome prescelto per la singolare struttura, non è un cubo ma un’effimera installazione abitabile dalla candida pelle traforata e dalle geometrie spezzate e taglienti, pensata per potersi spostare e sovrapporre parassitariamente a edifici preesistenti in situazioni di elevata visibilità. Essa è concepita, anche, come una sorta di teatrino gastronomico ambulante, un carro di Tespi al contrario della ristorazione esclusiva, dove grandi chef, a rotazione, sono invitati a esibirsi in performance di show cooking di fronte a pubblici selezionati e partecipi.

The Cube Electrolux Park AssociatiIl padiglione congegnato allo scopo da Filippo Pagliani e Michele Rossi, quarantenni progettisti milanesi titolari dello studio Park Associati, offre risposte integrate ai molteplici livelli di complessità di un programma sofisticato, in cui s’intrecciano inevitabilmente le scale dell’architettura e di un disegno d’interni precisato fino al dettaglio tecnologico o decorativo. La configurazione del manufatto evoca intenzionalmente la complessione bidimensionale di un’architettura pop-up o di un origami ottenuto dalla piegatura di una superficie piana. La primissima ispirazione – rammenta Pagliani – era stata addirittura un diamante, prezioso e lucente, universalmente bello e riconoscibile. In realtà, l’obiettivo poi conseguito era una forma caratterizzata ma non prevaricante, capace di confrontarsi senza collidere con le ambientazioni e gli accostamenti più disparati. L’assetto divaricato del poliedro irregolare è una naturale conseguenza sia della congenita propensione panoramica del dispositivo, sia dell’esigenza di convogliare l’attenzione sul proscenio della cucina posta al vertice della pianta, di ampiezza ridotta ma rigorosamente ergonomica e attrezzata con apparecchiature hi-tech da ristorante d’alta gamma. Il tema dell’oggetto nomade, apolide e delocalizzato, indifferente pertanto alle condizioni climatiche e persino all’esposizione solare, incide poi su aspetti sostanziali della costruzione quali, per esempio, le prestazioni di isolamento straordinarie affidate all’involucro, nelle sue componenti sia opache sia trasparenti, e il livello ottimale di schermatura imposto alle facciate in assenza di appositi sistemi di oscuramento.

The Cube Electrolux Park AssociatiNotevole è inoltre l’attenzione dedicata al problema del dimensionamento del volume e alla sua distribuzione interna. Dentro un’area di circa 140 mq gli spazi individuati includono una terrazza-belvedere aperta di 50 mq, un open space articolato in zona pranzo e cucina a vista e tre piccoli locali di servizio chiusi, defilati lateralmente. Questi ultimi contengono una dispensa, il bagno e un vano tecnico dove si concentrano tutti gli impianti meccanici, idraulici ed elettrici che garantiscono il comfort dell’habitat artificiale e sono predisposti per poter funzionare anche in eventuale autonomia dall’allacciamento a reti urbane. Per quanto riguarda la struttura edilizia, The Cube è ovviamente un apparato assemblato a secco e consta di un’intelaiatura mista in legno e ferro interamente foderata da pannelli d’alluminio traforati al laser con un motivo alveolare di bucature a diametro e densità variabili elaborato dai grafici dello Studio FM di Milano, autori anche del logo che identifica il locale e l’operazione. Fuori, il percorso d’accesso obbliga a costeggiare parzialmente il perimetro del fabbricato e a scoprirne gradualmente la fisionomia seguendo una precisa sequenza di avvicinamento. All’interno, una serie di portali d’acciaio a sezione svasata verso l’alto definisce il telaio portante della sala principale, tamponato da cristalli extrachiari basso emissivi. Griglie di mandata a filo inferiore delle vetrate emettono un velo d’aria condizionata che ne impedisce d’inverno l’appannamento e regola i parametri indoor di benessere ambientale. Le superfici di calpestio, sia interne che esterne, sono realizzate con speciali doghe di legno ricomposto, ricavate dallo smaltimento delle briccole veneziane, che incorporano sul lato inferiore le serpentine per il riscaldamento. L’unica tavola da pranzo a saliscendi, attorno alla quale possono disporsi fino a diciotto commensali, è una scocca in Corian di notevole spessore e pesantezza, lunga 6,30 m e armata internamente da un’anima d’acciaio. Prima e dopo i pasti se ne sta sollevata contro il soffitto, come un insospettabile plafond, e cala appesa a cavi metallici – già apparecchiata – quando il rito del banchetto collettivo ha inizio, andando a innestarsi sugli appoggi retrattili di due robusti pistoni idraulici a pavimento.

Un impianto di diffusione sonora e scenari luminosi preimpostati con la consulenza del fornitore delle luci Zumtobel, controllati entrambi da centraline domotiche, perfezionano il glamour e le virtualità scenotecniche dell’allestimento.

The Cube Electrolux Park AssociatiIl padiglione raggiunge un peso complessivo che si approssima alle trenta tonnellate e di volta in volta per installarlo nelle ambientazioni desiderate è indispensabile eseguire una verifica preliminare dei siti e approntare sottostrutture di trasmissione dei carichi ad hoc in relazione alla specifiche condizioni di supporto rilevate.

Il battesimo del fuoco The Cube l’ha vissuto il 1° aprile 2011 a Bruxelles sopra l’arco di trionfo ottocentesco nel Parc du Cinquantenaire. Lì se n’è restato scenograficamente appollaiato per oltre novanta giorni riscuotendo un successo di pubblico e critica che ha superato le più rosee aspettative dei promotori. Di pubblico, perché il ristorante, gestito via Internet direttamente da Electrolux, ha costantemente realizzato il tutto esaurito finanche nell’appuntamento extra della prima colazione. Di critica, poiché l’exploit progettuale s’è subito fatto notare fra gli addetti ai lavori aggiudicandosi la candidatura a due prestigiosi premi di settore internazionali. Vale a dire gli Emirates Glass LEAF Awards 2011, nell’anomala categoria “Offsite Construction Project”, e i Design Awards 2011 della rivista londinese «FX», nell’ambito della più tradizionale voce tipologica “bar e ristoranti”. Per l’immediato futuro è previsto che il ristorante viaggiante prosegua la sua stravagante tournée per le metropoli d’Europa, avvalendosi anche di una seconda struttura gemella, e faccia tappa in Svezia, Russia, Svizzera e Italia, sempre per periodi massimi di tre mesi. Il tempo sufficiente a produrre una memorabile rassegna di cartoline da collezione.
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COMMITTENTE
 
 
Electrolux Appliance Spa
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DATI
DIMENSIONALI
 
Superficie
mq. 140
Top
STAFF
 
Architetto
Park Associati
Filippo Pagliani, Michele Rossi
Interni
Park Associati
Filippo Pagliani, Michele Rossi
con Alexia Caccavella, Alice Cuteri, Lorenzo Merloni
Collaboratori
Alexia Caccavella, Alice Cuteri, Lorenzo Merloni
Grafica e segnaletica
Studio FM Milano
Cristiano Bottino, Barbara Forni, Sergio Menichelli
con Libero Corti
Gestione progetto
Absolute Blue, Bruxelles
Patrick Nassogne
Plastici, modelli, rendering, visualizzazioni
Fabio Calciati
Architetto locale
Londra:
Allies and Morrison Architects, London

Bruxelles:
A2D, Tervuron, BE
Bruno Delva
Impianti
Greenville, Milano
Ing. Fabrizio Onofri
Costruttore
Nüssli AG
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ANNOTAZIONI
 
 
Bruxelles - Periodo installazione:  30 marzo / 3 luglio 2011
The Cube Bruxelles Park Associati












Milano - Periodo installazione:  19 dicembre 2011 / 26 aprile 2012
The Cube Bruxelles Park Associati













Londra - Periodo installazione:  1 giugno / 31 dicembre 2012
The Cube Londra Park Associati















Stoccolma - Periodo installazione:  18 giugno / 21 ottobre 2012
The Cube Stoccolma Park Associati









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CREDITS
 
 
Foto © Andrea Martiradonna, Carol Kohen
Disegni © Park Associati
Testi e immagini gentilmente forniti da Park Associati

The Cube Park Associati




se non avete già cliccato sulla striscia fotografica all'inizio della scheda, accedete ora alla galleria delle foto [75 immagini] e dei disegni [36 immagini]
 
 
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