L’edificio insiste su un’area di formazione tardo ottocentesca, appena fuori le mura, prossima alla stazione di Santa Maria Novella, e si propone come “ricucitura” di una cortina edilizia precedentemente costituita.
Il “tema della facciata” denuncia, nel suo disegno, l’edificio industriale: al piano terra si sviluppano tutti gli ambienti adibiti ad officine e ad aree per il montaggio, al piano superiore gli uffici della direzione e gli ambienti destinati a rappresentanza e distinti da raffinate soluzioni di arredo e da una appropriata scelta dei materiali.
I velari con struttura in legno nella quale sono inseriti i vetri, la scala in marmo bianco venato ed altri dettagli, si legano ancora alla progettazione degli interventi della stazione di Santa Maria Novella. Il rivestimento della facciata sulla strada, in cotto antico rosato, posato a rettangoli sfalsati intercalati con listelli dello stesso materiale, contrappuntato dalle incorniciature di travertino delle porte e delle finestre, denuncia la costante attenzione per la “materia” dell’architettura.